GENERE:
COMMEDIA/SENTIMENTALE
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TRAMA:
Georgia
è una guida turistica, prende la vita troppo sul serio e nel suo
lavoro è addirittura insopportabile. Tutto sembra andare storto,
fino a quando non si trova a fare i conti con uno strampalato gruppo
di turisti in vacanza in Grecia: un’ingessata coppia inglese con
figlia arcigna al seguito, la tipica coppia americana con bandiera
stelle e strisce, un ragazzo single che non può fare a meno del suo
Blackberry, una coppia australiana innamorata della loro Foster, un
vero e proprio miscuglio di personalità e culture a dir poco
bizzarre. “Oracolo” del gruppo Ivr che insieme a un
affascinante e misterioso autista aiuteranno Giorgia a lasciarsi
andare e a godersi la vita.
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COSA NE PENSIAMO:
dopo
lo straordinario successo del film “Il mio grosso grasso
matrimonio greco”, che in America incassò più di 240 milioni di
dollari, ecco che si torna a parlare della Grecia e della sua
cultura. Dopo ben 7 anni di distanza la dolce e simpatica attrice e
sceneggiatrice canadese Nia Vardalos torna a far ridere il suo
pubblico. Il titolo originale “My life in ruins” che giocava sul
doppio senso: “La mia vita in rovina” o “La mia vita fra le
rovine”, in Italia è diventato “Le mie grosse grasse vacanze
greche” per cercare di cavalcare l’onda del successo precedente.
La pellicola è ancora
una volta prodotta da Tom Hanks, e la sceneggiatura nasce dalla
collaborazione della Vardalos con Mike Reiss.
Lo stile del film è molto simile a quello precedente,
caratterizzato sempre da sentimenti e ironia con i soliti clichè.
Il film, come al solito, è arricchito dalla voce della Vardalos che
informa sulle abitudini e sulle usanze greche e che, con le sue
performance e le sue disavventure, riesce a far ridere il pubblico.
Stavolta la giovane attrice di origine ellenica veste i panni di
Giorgia, una ragazza americana che è giunta in Grecia nella
speranza di vedersi assegnata una cattedra universitaria, ma che si
ritrova alle prese con un gruppo di terribili turisti di lingua
inglese. Nonostante i suoi sforzi per cercare di far apprezzare le
bellezze naturali e artistiche della Grecia, il suo gruppo di
viaggiatori sembra essere molto più interessato ai gelati e agli
orripilanti souvenir e gadget. Sono due mondi opposti, che entrano
necessariamente in contrasto. Giorgia non riesce a comprendere
queste persone, che ai suoi occhi appaiono solo come fonte di
amarezze e di guai, sono secondo lei delle persone “grette”,
incapaci di vedere la bellezza del mondo che li circonda. La voce
narrante, Giorgia, interviene proprio per sottolineare gli aspetti e
gli elementi più negativi della situazione, ma il cambiamento è
dietro l’angolo… Infatti nella bizzarra compagnia di visitatori
c’è anche il vecchio e simpatico Ivr, interpretato dal premio
Oscar Richard Dreyfuss, e, fra una risata e l’altra, diviene suo malgrado una sorta
di “Deus ex machina”, e con le sue parole riesce a stravolgere
la vita di tutti, ma soprattutto quella di Giorgia, che riuscirà di
nuovo ad entrare in contatto con il suo
Kefi ( in greco indica la gioia di vivere e la
passione ). “Le mie grosse, grasse vacanze greche” si
innesta, come il precedente, sulla satira culturale e
sull’inciviltà moderna (citaz: “I greci hanno inventato
l'arte, hanno fondato la democrazia e la filosofia. Poi hanno
scoperto la pennichella”),
sull’idea dello scontro/incontro fra
due culture opposte a confronto, fra due modi diversi di
vedere la realtà. Lentamente però tutto cambia e questo urto -
attrito culturale si trasforma in un arricchimento per tutti dal
punto di vista umano, sentimentale e culturale.
Il film, realizzato da Donald Petrie, non conquista il
pubblico come il precedente, forse perché la sceneggiatura è
caratterizzata da troppi stereotipi, come quello degli americani
sciocchi e convinti di poter comprare ogni cosa con il denaro, degli
australiani ubriaconi, dei britannici frigidi, delle spagnole focose
e dei vecchietti cleptomani. E’
pur vero che il fascino e il brio della Vardalos e il bravissimo
Richard Dreyfuss riescono comunque a rendere il film piacevole,
leggero e divertente, regalando momenti di alta ilarità, che fa da
contrappunto al romanticismo, forse un po’ troppo zuccheroso e
smielato. A inficiare la pellicola è però la traduzione italiana,
che sembra aver tralasciato alcuni elementi importanti o averli
travisati, come la battuta sul fondoschiena di Giorgia, che sembra
essere un nodo cruciale della storia d’amore, ma che resta lì nel
vuoto, lasciando perplesso lo spettatore.
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IL NOSTRO CONSIGLIO:
potete
aspettare il passaggio tv |
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Le immagini sono © e ® CDE
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