RESIDENT EVIL

 

Quando alcuni anni or sono usci in Giappone un gioco intitolato Bio Hazard poche persone immaginarono quale grande innovazione quel titolo avrebbe apportato nel mondo dell’intrattenimento video ludico.  Da quel gioco, che era un action game esplorativo farcito da un’ambientazione horror, nacque il genere che oggi è conosciuto come survival horror e di cui continuano ad uscire moltissimi titoli. Il successo di Bio Hazard spinse la Capcom ad esportare il prodotto in tutto il mondo con il nome di Resident Evil e da lì in poi furono molti i seguiti prodotti su diverse piattaforme e anche i generi vagamente diversi dal titolo originale.
Il successo di questo fenomeno fu così grande che alla fine anche il cinema se ne occupò dando così vita ad un lungometraggio con attori in carne ed ossa basato su questo videogioco. Noterete l'utilizzo della parola “basato” perché il film non segue fedelmente la trama del primo gioco ma si sviluppa in modo autonomo. Questa decisione, che all’inizio ha fatto storcere il naso a più di uno dei fans della serie, è comunque comprensibile , infatti, se il film fosse stato uguale al gioco, in effetti, avrebbe avuto tempi troppo lunghi e non avrebbe dato il giusto effetto di sorpresa agli spettatori/giocatori.
Il regista Anderson (noto già per aver portato sugli schermi con grande fedeltà il videogioco Mortal Kombat) regala agli spettatori un sano film di intrattenimento pieno di orde di zombie affamati, effetti speciali all’altezza delle aspettative e personaggi interessanti anche se nuovi, prima fra tutti Alice, interpretata magistralmente da una splendida Milla Jovovick.

Ma quali sono le differenze fra la versione live e quella digitale di Resident Evil? Andremo ora ad elencare le due versioni con tutte le differenze che ci sono, oltre alla sopraccitata Alice (personaggio del tutto inesistente nei videogiochi ma vera protagonista dei due film)
Nel primo film il personaggio di Spencer viene inserito come guardiano maschile della villa mentre nel gioco Spencer non apparirà mai ed è il fondatore dell’Umbrella e proprietario della villa/laboratorio del primo gioco.

Proseguendo nelle altre cose che differiscono va nominata proprio la villa che nel gioco è parte vitale dell’ambientazione (impossibile dimenticare i suoi corridoi bui e le sue stanza antiche e polverose infestate dalle creature più orribili) mentre nel film è solo una copertura per l’alveare, il gigantesco laboratorio dell’Umbrella che invece nel gioco è un modesto laboratorio sotterraneo collegato alla villa tramite claustrofobici tunnel sotterranei. 
La cosa più bizzarra nel film è comunque la regina rossa cosa completamente inventata e mai apparsa nei giochi e da qui fino al termine della pellicola non ci sono punti di collegamento con il gioco se non si vuole considerare al massimo il convoglio su rotaie con il quale il gruppo abbandona all’ultimo momento l’alveare e che ricorda molto il treno con il quale Leon e Claire abbandonano Raccoon City alla fine del secondo gioco.
Parlando adesso del secondo lungometraggio sembra che con questo sequel (pur mantenendo Alice come personaggio principale del film) la produzione abbia voluto avvicinare di più la trama a quella del gioco inserendo molteplici riferimenti al terzo capitolo della saga, analizziamoli ora assieme.

La più evidente è senz’altro la creatura Nemesis (perfetta nell’aspetto e nel comportamento ma che qui viene rappresentato come Matt l’unico altro superstite assieme ad Alice del primo film). 
A seguire immediatamente una delle protagoniste indiscusse della saga video ludica e cioè Jill Valantine  riportata molto fedelmente sul grande schermo anche se messa molto in ombra da Alice.

Altri personaggi che nel secondo capitolo del film appaiono sono Carlos Oliveira e i suoi compagni dell’U.B.C.S. che però conservano a malapena il nome e seppur interessanti non hanno niente a che vedere con le loro controparti digitali.
Altre strizzatine d’occhio presenti su Resident Evil: Apocalypse sono rappresentate dallo scienziato Ashfort e da sua figlia rimasta all’interno di Raccoon City, inevitabilmente vedendo la bambina sola e sperduta non si può non pensare (se si è giocato con i videogiochi) alla piccola Sherry Birkin di Resident Evil 2, anche lei con addosso un Virus ma al contrario del film non infetta o malata (nel gioco Sherry aveva nel medaglione l’ultima fiala esistente del letale Virus G); mentre Ashfort nel videogioco è un nome che sentiamo solamente in Resident Evil Code: Veronica e appartiene ad una famiglia di sostenitori dell’Umbrella impegnati in altri scellerati esperimenti biologici.

 

Tirando insomma le file non si può dire che i film abbiano rispettato la trama o i personaggi del videogioco (tanto più che sia i protagonisti principali della saga sia i loro peggiori nemici non vengono nemmeno nominati nei film) tuttavia non si può certo negare che i due (per ora) lungometraggi abbiano saputo catturare l’interesse di molte persone rivelandosi più che una versione live del gioco, una vera e propria trasposizione alternativa che segue una sua trama.

Un'ultima parte va dedicata ad un aspetto proprio dei film e dei giochi e cioè i mostri che vi compaiono. Per ovvi motivi di budget era impossibile proporre al cinema tutto il maestoso bestiario che i giochi ci proponevano e alla fine sono stati pescati dal pentolone: gli Zombie, i Cerberus, i Licker (o “Leccatori” nella versione Italiana) e per ultimo il terrificante Nemesis. 
Sorvolando sull’ultimo, della cui realizzazione più che buona abbiamo parlato sopra, parliamo degli zombie oggi facilmente realizzabili grazie ai moderni effetti speciali, ma che forse risultano meglio riusciti nel primo film in cui ne vediamo alcuni veramente orribili e mutilati in maniera incredibile rispetto al secondo, in cui queste creature sono solo una infinta massa di non morti affamati. 

Discorso diverso invece per i cani/zombie: Cerberus che seppur apparendo solo in brevi sequenze, in entrambi i film sono realizzati in maniera assolutamente perfetta in ogni dettaglio, tanto da essere praticamente identici a quelli dei videogiochi.
Un approfondimento maggiore è necessario per i Licker che sono trattati in modo totalmente diverso nel primo e nel secondo film. Mentre nel primo, seppur ce ne fossero molti all’interno dell’alveare ne viene liberato solo uno, nel secondo ne vediamo in quantità superiore.

Il Licker del primo lungometraggio è una creatura molto più grande di quella del videogioco e mostra alla fine anche la capacità di assumere il DNA altrui e mutarsi in un predatore più grande (qualità del tutto assente nel gioco); invece in Apocalypse 
sembra esserci stato un retrofront e possiamo vedere tre diversi Licker confrontarsi con gli eroi. Queste creature, al dispetto del loro predecessore sono molto più piccole e simili a quelle del videogioco (persino la testa che nel primo risultava imperfetta e strana è stata resa identica a quella digitale) portando questo sequel più vicino al concetto originale.

Dopo aver visto il secondo film non ci resta altro da fare che munirsi di pazienza e aspettare con il pop corn, il terzo capitolo della saga di Alice, attesa che potremmo forse spezzare giocando al nuovo seguito del gioco e che vede il personaggio di Leon immerso in un’ambientazione gotica tra le montagne dell’Europa.

Matteo Molinari

Le immagini sono © e ® COLUMBIA/Capcom/NINTENDO

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