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IO TI CONSOLERO' ©1998 by C. IMELDA ANTONICELLI IO TI CONSOLERO' Washington D.C., 3:01 A.M. abitazione di Dana Scully. Krycek guarda l’orologio da polso per la terza volta in cinque minuti. “Mi piacerebbe sapere cosa fanno.” Pensa massaggiandosi le braccia per riscaldarsi un po’; ma, finalmente, Mulder esce dall’abitazione di Scully. Alex attende che si allontani con l’auto ed attraversata la strada si dirige alla porta principale. - Krycek!? - - L’ultima volta mi hai chiamato Alex. - gli dice con un sorriso malinconico e tentando di entrare. - Come mai sei qui? - gli chiede Scully mantenendo la porta semiaperta. - Ho saputo di tua sorella.... - dice a mezza voce intrufolandosi al primo cedere di Dana. - Mi dispiace molto. - Dana non sembra credergli, ma ha troppo bisogno di conforto per cacciarlo e, richiudendo la porta, lo lascia accomodare. Alex si è già liberato del giubbotto e si lascia cadere sul divano. Scully gli si avvicina sedendogli accanto. - So che hai sottratto il file a Skinner. Dov’è ora? - gli chiede scostandogli una ciocca dalla fronte. - E’ andato distrutto. - risponde fissando l’incredulità sul volto di Scully. - Ho rischiato di fare la stessa fine. - sorride con una smorfia - Non si fermano davanti a niente. - e chiudendo gli occhi lascia cadere la testa all’indietro - Sono stanco, Scully. Molto stanco. Di tutto. - - Tu sai chi è stato ad uccidere Melissa? - Alex riapre i verdi occhi su di lei - Sì. So chi l’ha uccisa. Ma non puoi incastrarlo. Ha chi lo protegge.... Ed il mandante è più potente di.... - si zittisce nell’osservare le lacrime di Scully, così le si avvicina, l’accarezza asciugando quella debolezza e le sfiora le labbra. - Giurami che non hai nulla a che fare con la morte di Melissa. - - Credimi: non avrei mai potuto farti del male. - conclude Alex baciandola. Crystal City, Virginia abitazione di Walter Skinner. 3:37 A.M. - Agente Mulder!? - esclama Skinner aprendo la porta semi addormentato ed in mutande. - Mi scusi, signore. Ma... posso entrare? - chiede sconvolto Mulder. - Certo! - dice sconcertato Skinner. - Scully è a pezzi ed io.... Sono troppo sconvolto per quanto è accaduto. - dice andando a sdraiarsi sul divano sotto lo sguardo esterrefatto di Skinner. - Prego agente Mulder faccia come fosse a casa sua. - dice con sarcasmo Walter andando a versarsi qualcosa da bere. Mulder non sembra afferrare la battuta del suo vicedirettore e si lancia in uno dei suoi monologhi: - Da quando sono tornato dall’Alaska mi è capitato di tutto: l’allucinogeno nell’acqua, la morte di mio padre. Alex Krycek, il viaggio nell’aldilà, le mezze verità. Alex Krycek, la morte di Melissa. La perdita del file, Dana in quelle condizioni.... Alex Krycek. - si stiracchia cercando una posizione più idonea - Sono certo che i miei guai e quelli del mondo intero dipendano da quell’essere infido e....- si siede di scatto fissando l’assonnato Skinner sprofondato in poltrona - Lei sa di chi parlo vero? - - Certo: dell’uomo che fuma. - dice Walter annoiato. - Con tutto il rispetto, signore: lei non ha capito nulla. - e si distende nuovamente sul divano - L’essere infido di cui parlo è Alex Krycek. - sospira ripensando ai momenti trascorsi con lui e ricordando di essersi confidato con Skinner, si tira su e lo fissa intensamente. - Non avrei dovuto permettergli di abusare di me. - - Mi era sembrato di capire che fosse stato lei, agente Mulder, ad abusare di lui. O non ho capito niente anche in questo caso? - dice Skinner squadrando Mulder. - Be'! Diciamo che... è stato uno scambio reciproco di... Lasciamo andare. Sono stato un idiota. - tace per qualche istante perdendosi nello sguardo di Skinner - Deve dirmi qualcosa, signore? - - No. - risponde Walter trasalendo dal ricordo di Alex. Si alza e va verso la cucina sperando che Mulder non si sia accorto di nulla. - Vuole un caffè, agente Mulder? - - A dire il vero, signore: ho bisogno di altro. - Skinner si volta a guardarlo. Mulder si è alzato e lo guarda con occhi supplichevoli di attenzioni e coccole come un cucciolo abbandonato. Walter Skinner ha notato spesso quell’espressione sul volto di Mulder ed ha sempre desiderato poter consolare il suo pupillo. Forse questa è l’occasione giusta. Mulder è indifeso, stanco e, infondo, lo sta supplicando. - Il letto è disopra. - dice con voce suadente fissandolo negli occhi - La raggiungo subito, agente Mulder. - - Non potremmo darci del tu? - - Certo. - CENSURATO “Krycek” pensa “deve essere lui la causa. Comincio a credere che Mulder abbia ragione nel ritenerlo il male dell’umanità.” Si alza e va verso la grande finestra: la città si sta lentamente svegliando sotto il chiarore dell’aurora e dall’alto ha un effetto magico. “Dove sei Alex Krycek? In quale lurida e squallida bettola ti sei rifugiato?” Washington D.C., 6:06 A.M. abitazione di Dana Scully. Scully volge lo sguardo al compagno al suo fianco. Lo osserva estasiata e rapita dalla sensualità che emana. Ma se le avesse mentito? Se fosse stato lui ad uccidere Melissa? Infondo, non è forse stato lui ad uccidere il padre di Mulder? La calibro 9 era la sua.... - Che cavolo!?!... Dana.... DANA. - Krycek urla spaventato dopo essersi svegliato ammanettato alla spalliera del letto. - Perché urli Alex?- chiede Scully pacatamente entrando nella stanza. - Perché mi hai ammanettato? - - Perché voglio delle risposte e tu sei l’unico in grado di fornirmele. - - O.K., spara... cioè, chiedi pure. - - Chi ha ucciso Melissa? - chiede a bruciapelo Scully senza distogliere lo sguardo da Krycek. - Non farebbe alcuna differenza per te sapere o meno il suo nome. Ma credimi se ti dico che non sono stato io. Sono solo colpevole di non averlo impedito. Ma non ne avevo il potere. - Alex espone con tanta convinzione e pacatezza la sua difesa, che Dana non può fare a meno di credergli. Crystal City, Viriginia abitazione di Walter Skinner. 6:27 A.M. Mulder si gira sul fianco destro, ma il luogo è irriconoscibile. Si siede di scatto sul letto guardandosi attorno e realizza: non è il suo appartamento. Si veste in fretta sperando che ciò che pensa non sia accaduto e scende nella zona giorno. - Ben svegliato Mulder. Dormito bene? - chiede Skinner con un sorriso smagliante. - Cosa è successo qui questa notte? - - Davvero non ricordi nulla? - - No, signore. Temo proprio di no. - risponde mantenendo la gerarchia. Mulder si accascia in poltrona rendendosi conto che il suo timore di aver ceduto a Skinner è fondato. - Sono desolato agente Mulder. Credevo che lei fosse cosciente quando mi ha chiesto... - racconta Skinner riprendendo a dargli del ‘lei’. - Glielo avrei chiesto io, signore? - - Sì. - Skinner fissa lo sguardo in quello del suo agente ed in cuor suo si pente di aver approfittato così di quella debolezza, ma non ha il coraggio di ammettere la sua colpa. - Mi è piaciuto? - chiede timidamente Mulder. - Non saprei dirle, agente Mulder. Ma non se ne lamentava, quindi... suppongo... Sì, credo che le sia piaciuto. - conclude Skinner dirigendosi alla cucina. - Gradisce del caffè, agente Mulder? - - Sì, signore. Grazie! - Mulder si prende la testa tra le mani cercando una spiegazione plausibile al suo comportamento. - Crede che io sia malato? - - No, agente Mulder. Credo solo che, di tanto in tanto, lei abbia bisogno di qualcuno che le stia accanto. E’ per questo che è venuto qui. - tace qualche secondo incrociando lo sguardo del suo pupillo, poi - E’ per questo che ha ceduto ad Alex Krycek. - Mulder abbassa lo sguardo in segno di netta sconfitta psicologica - Stia tranquillo, agente Mulder, quanto è accaduto qui, questa notte, resterà tra noi. Così come quanto mi ha confidato di lei e... - - La ringrazio, signore. - dice frettolosamente Mulder alzandosi e dirigendosi alla porta. - Non vuole più il suo caffè. - chiede Walter porgendogli la tazza. Mulder allunga la mano, ma nell’afferrare la tazza sfiora le calde dita di Skinner ed improvvisamente quella bevanda fumante gli riporta il ricordo di Krycek. - Signore?!... Se le chiedessi... sì. Se le chiedessi di farlo.... Di farlo ora. Lo farebbe? - - Si rende conto di quello che mi sta chiedendo, agente Mulder? - - Sì, signore. Sono più che cosciente. E’ per questo che glielo chiedo. Lo ha detto lei: ho bisogno di qualcuno che mi stia vicino. - - Ed io sono l’unico? - - Sì. Non c’è nessun altro che possa alleviare il mio dolore. Ormai ho perso tutto: mia sorella, mio padre... Alex Krycek. - CENSURATO - Agente Mulder!? - - Non mi respinga, la prego. - dice soffocando un singhiozzo - Ho bisogno di lei, signore. Ho bisogno di qualcuno che si prenda cura di me quando sono triste. Quando lo sconforto ed il dolore mi assalgono. Quando cala la notte ed il letto è vuoto e freddo. Quando i ricordi ed il rimpianto riaffiorano prepotentemente. Quando.... Quando la solitudine bussa alla mia porta, allora, io vorrei che lei mi consolasse. Le chiedo troppo, signore? - - No, agente Mulder. - Skinner si gira verso Fox, gli solleva il mento, gli sfiora le labbra e gli sussurra: - In tutti quei ‘quando’, agente Mulder, venga da me.... Ed io la consolerò.-